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An-atma

An-atma, come suggerisce il nome preso in prestito dal buddismo, è un viaggio psichedelico e musicale oltre l’ego, oltre l’uno, alla ricerca dell’espressione collettiva. Anatma, non-ego: un ponte fra jazz e musica indiana come piattaforma di espressione libera, in cui ognuno contribuisce caratterizzando la musica secondo la propria tradizione e il proprio suono. La ricerca continua di elementi di comunione permette di spaziare da esecuzioni di raga, canzoni, composizioni estemporanee, senza mai connotare i brani in una sola ed esclusiva direzione. I singoli musicisti fanno un passo indietro a favore di un suono comune e unitario, nel rispetto dei linguaggi e delle tradizioni di riferimento. Il loro concerto è un’esperienza assolutamente imperdibile. Vi aspettiamo martedì 29 gennaio, alle 19:00 presso il Teatro della Casa d’Italia.

Il progetto musicale del gruppo è basato sullo scambio di creatività tra gli artisti. Ciascuno di loro riflette la propria scelta espressiva, frutto di una diversa educazione musicale, creando suoni unificati che rispettano tradizioni e lingue dei vari elementi del gruppo e trasportando gli ascoltatori in un ipnotico viaggio di riconciliazione.

Tutto è iniziato nel 2015 quando Daniele Di Pentima (batteria) si reca a Kolkata, affascinato dalla cultura musicale indiana e dalle tabla, dove incontra per la prima volta Rohan Dasgupta (sitar). Grazie a questa esperienza inizia un percorso di ricerca e studio mirato a creare un modo di combinare la musica classica indiana con il jazz contemporaneo, senza subordinare l’uno all’altro e viceversa. L’occasione per concretizzare tutto ciò si pone presto, nel 2016 mentre Rohan è in Europa in occasione di un tour di concerti, Daniele decide di invitarlo a Roma e insieme a Riccardo Di Fiandra (basso elettrico) e Luigi Di Chiappari (pianoforte ed elettronica) si lanciano alla cieca in una sessione di registrazione da cui poi è scaturito il primo album “Anatma”.

Rohan Dasgupta (sitar)

Nato a Kolkata (India) nel 1986, inizia lo studio del sitar a dieci anni. Sotto la guida dei suoi maestri di riconosciuta fama Padmabushan Ustad Abdul Halim Jaffer Khan e Pandit Harashankar Bhattacharya, viene insignito fin da giovane età dei più importanti riconoscimenti per il suo indiscusso enorme talento musicale, che lo porta negli anni a rappresentare la sua scuola di appartenenza, Indore Gharana, in tutto il mondo, collaborando con alcuni fra i più prestigiosi artisti nel campo della musica classica indiana. É membro di diverse formazioni musicali di rilievo nello scenario musicale classico indiano e jazzistico italiano, ed è co-fondatore del progetto musicale Anatma, basato sull’incontro jazz con la musica indiana.

Daniele Di Pentima (batteria)

Ha studiato al conservatorio di Santa Cecilia di Roma dove si è laureato con il massimo dei voti. I suoi studi e i suoi forti interessi nei confronti del jazz e delle musiche popolari folkloristiche e tradizionali di tutto il mondo, lo portano all’approfondimento e alla pratica dei più disparati stili musicali implementando la batteria con l’uso di percussioni peculiari e di riferimento nei diversi contesti, concentrandosi particolarmente sulle tabla e sul linguaggio ritmico della musica indiana. Fa ricerca negli ambiti dell’armonia, dell’etnomusicologia e della storia delle percussioni nelle più svariate culture interpolando tutto nel suo stile.

Luigi Di Chiappari (pianoforte ed elettronica)

A diciannove anni si avvicina al jazz frequentando il Corso di Formazione Musicale presso la Fondazione Siena Jazz – Accademia Nazionale del Jazz e successivamente al Conservatorio Licino Refice di Frosinone laureandosi in Pianoforte Jazz con il massimo dei voti. Ricerca costantemente nei più disparati campi della sperimentazione musicale e sonora, pianistica e improvvisativa.
Negli anni collabora con vari artisti e svolge attività concertistica con diverse formazioni musicali di rilievo nello scenario jazzistico italiano.

Riccardo di Fiandra (basso elettrico)

Studia basso elettrico jazz del conservatorio Licinio Refice di Frosinone, laureandosi con il massimo dei voti.
I suoi forti interessi nei confronti dello sviluppo dell’estetica nelle varie tradizioni musicali lo portano a ricercare con dedizione nei campi dell’armonia e della musicologia transculturale, redigendo con proficuità studi di particolare importanza a riguardo.

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