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Il conformista (di B. Bertolucci, drammatico, 116’, Italia 1970)

Interpreti: Jean-Louis Trintignant, Stefania Sandrelli, Dominique Sanda, Gastone Moschin, Enzo Tarascio

Il conformista, tratto dall’omonimo romanzo di Alberto Moravia, racchiude tutte le peculiarità dei film che da lì a poco renderanno Bertolucci noto a livello mondiale. E’ il film della svolta per Bertolucci

Alle porte della seconda guerra mondiale, Marcello Clerici, spia della polizia politica fascista, si reca a Parigi in viaggio di nozze. La luna di miele è una copertura: all’insaputa della moglie Giulia, Marcello deve eliminare il suo ex professore ora dissidente politico antifascista. In un turbinio d’intreccio erotico e politico, il protagonista sente vacillare la sua fede nel regime e s’innamora della moglie del professore. La missione sarà portata a termine ma, pavidamente, non per sua mano.

Il film è un’attenta analisi dell’ipocrisia dell’uomo novecentesco attraverso la crisi della sessualità nel tempo della psicoanalisi e attraverso il fascismo, e con esso le relative contraddizioni e i necessari valori di un regime dalla sua massima gloria alla sua caduta. Il conformista” è un pamphlet non tanto (e non solo) contro il Fascismo, ma soprattutto contro la borghesia come classe sociale che si adatta alle norme massificanti, vuote e piene di stereotipi. Bertolucci mette in scena la grande metafora della cecità della borghesia fascista che si accontenta di vedere solo le ombre della realtà (il mito della caverna di Platone è centrale in tutto il film) e che è pronta a conformarsi alla nuova realtà del dopoguerra, sopravvivendo a se stessa e alle sue complicità con il regime appena caduto.

Il film è di fattura sopraffina il cui merito va equamente ripartito con Vittorio Storaro alla fotografia che inventa una sorta di espressionismo ottico ricco di simbologia e Franco Arcalli al montaggio, in continuo slittamento temporale tra feedback concentrici, lunghi piani sequenza e inquadrature sghembe. Opera cinefila in ogni senso, omaggia l’espressionismo tedesco da Stenberg fino ad Ophuls e cita Il disprezzo di Godard (il numero di telefono e l’indirizzo dell’abitazione del professor Quadri a Parigi corrispondono a quello di Godard nel 1970). Nomination al Golden Globe come miglior film straniero e all’Oscar per la miglior sceneggiatura non originale.