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La commare secca (di B. Bertolucci, drammatico, 100’, Italia 1962)

Interpreti: Marisa Solinas, Allen Midgette, Giancarlo De Rosa e Gabriella Giorgelli

Sul greto del Tevere si rinviene il cadavere di una donna assassinata. Sono sospettati un ladruncolo, un pappone, un soldatino, due teneri adolescenti. Ciascuno ha un alibi e racconta la propria storia in una messa in scena che moltiplica i punti di vista.. La Commare Secca è il film d’esordio del giovanissimo Bertolucci, all’epoca il più giovane esordiente del cinema italiano (21 anni). Il soggetto è di Pasolini che firma la sceneggiatura con Sergio Citti e il regista, ispirandosi liberamente all’ultimo capitolo del suo romanzo Ragazzi di vita. Ma il film non è affatto pasoliniano nello stile e all’epoca pochi critici lo notarono.

La particolarità della pellicola sta nei diversi punti di vista, ogni personaggio ha una propria visione del mondo e questo Bertolucci lo mostra dirigendo ogni episodio con uno stile personalizzato. Un relativismo profondo, dove l’unica certezza resta la morte: la commare secca del titolo è proprio la morte, alfa e omega della pellicola di Bertolucci. Il giallo viene risolto, ma quello che conta davvero è lo spaccato sociale dell’epoca che il film ci mostra, i personaggi di Bernardo Bertolucci si muovono nella periferia del mondo, disperati e ai margini cercano un modo per andare avanti in una vita che non lesina colpi bassi.

Pasolini all’epoca dichiarò «È stato girato contro di me», non in senso dispregiativo ma perché scrivendo il soggetto si è ritratto nel personaggio dell’omossessuale adescatore, in modo simbolico e autoironico.

Opera prima, La commare secca sarà anche un film imperfetto e contaminato da troppe influenze, ma contiene il germe di autenticità di un cinema che si rivelerà più innovativo del previsto, mosso da passione civile e dal rifiuto degli eroi.