Programma musicale:
Maurice Ravel
Cinq Mélodies Populaires Grecques:
Chanson de la mariée
Là-bas, vers l’église
Quel galant m’est comparable?
Chanson des cueilleuses de lentisques
Tout gai!
Vocalise en forme de Habanera
Minuetto (dalla Sonatina per pianoforte)
Chants Populaires:
Chanson italienne ( romaine )
Chanson française (Limousin)
Chanson espagnole
Deux Mélodies Hébraïques:
l’Enigme Eternelle
Kaddisch
Intervallo
Joaquín Turina (Sevilla 1882-Madrid 1949)
Cantares
Manuel de Falla
Siete Canciones Populares Españolas
El Paño moruno
Seguidilla murciana
Asturiana
Jota
Nana
Canción
Enrique Granados
Valses Poéticos n.2, n.5
La Maja Dolorosa
Tonadilla n.1
Tonadilla n.2
Tonadilla n.3
Las Hijas del Zebedeo:
Carceleras n.8 Tiple
Al pensar en el dueno de mis amores
Negli ultimi decenni del secolo XIX, la cultura francese si apre a nuovi orizzonti sonori, cui si aggiungono le suggestioni derivanti da un rinnovato interesse per l’antica Grecia (dagli scavi di Troia alla riesumazione delle Olimpiadi).
Maurice Ravel, affascinato dalle scoperte delle recenti discipline etnomusicologiche, concepisce l’idea di armonizzare quelle melodie popolari greche autentiche che aveva registrato con fonografi rudimentali nell’isola di Chio. Nel breve ma significativo ciclo delle melodie greche composte fra il 1904 e il 1906, Ravel mette in musica testi greci anonimi, tradotti in francese dall’amico Michel de Calvocoressi. Sulla stessa vena il compositore scriverà più tardi Tripatos (1909), Chants Populaires (1910) e Mélodies Hébraiques (1914). Quest’ultime, del 1914, hanno avuto la triste sorte di servire come principale capo d’accusa, nel processo indiziario sulla non sicura ‘arianità’ del musicista, intorno al 1933-34.
Allo stesso modo, straordinaria era stata la suggestione esercitata dalla Spagna sulla cultura francese: fin dai primi decenni del Romanticismo, essa era stata la terra ideale dei sogni e delle fughe, popolata di figure emblematiche, animata da un tragico senso della vita, delle passioni. Ravel scrisse l’«Habanera» per pianoforte a quattro mani nel 1895, estremo omaggio alla Spagna, sua seconda patria, con i suoi personaggi, i suoi canti, i suoi ritmi rievocati in memorabili composizioni, dal «Bolèro» al «Vocalize en forme d’Habanera». Il ritmo della danza spagnola viene enunciato più volte senza che emerga su di esso il disegno melodico. E quando compare il canto, è appena un cenno. Ne risulta una Spagna asciutta, vigorosa, come se qualcosa dello spirito basco di Ravel fosse intervenuto ad attenuare inflessioni e colori di uno spagnolismo turistico.
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La seconda parte del concerto è dedicata a melodie spagnole. Si inzia con le Siete Canciones Populares Espanolas di De Falla, scritte nel 1914 ed eseguite per la prima volta nel febbraio 1915 a Madrid. Sono certamente le più famose melodie ispirate al mondo classico dalla tradizione popolare spagnola del Novecento, e costituiscono un punto di riferimento importante nella produzione di Falla, in quanto segnano l’utilizzazione da parte dell’artista del folclore musicale della sua terra, secondo un processo di reinvenzione del canto popolare.
Infatti nelle Sette canzoni si alternano moduli tematici tipicamente andalusi in El pano moruno, Canción, Nana, Polo ai canti della Murcia (Seguidilla), delle Asturie (Asturiana) e dell’Aragona (Jota), secondo un criterio di appropriazione dell’anima spagnola in tutta la sua varietà e diversità di situazioni psicologiche. Le Sette canzoni, sono dedicate a madame Godebski, la quale insieme al marito ebbe rapporti amichevoli e cordiali con Falla e altri musicisti, tra cui Ravel, un compositore sinceramente apprezzato dallo stesso de Falla.
Il nostro viaggio prosegue con Enrique Granados il quale in occasione dei centocinquanta anni dalla nascita del pittore Francisco Goya (1897), studiò con interesse i ritratti di majos e majas, i giovani di Madrid dipinti con quell’aria così fiera della propria hispanidad e tradusse in musica il medesimo gusto popolaresco di Goya con l’intenzione di raccontare una storia ambientata nell’epoca storica e culturale in cui visse il pittore. Certamente le composizioni di Granados risentono dell’influenza dell’ambiente geografico in cui nascono; infatti, vi ritroviamo un costante sottofondo ritmico-armonico spagnoleggiante, da cui però emerge uno stile originale, che talvolta ci immerge in atmosfere tardoromantiche. Nel 1914, proprio grazie alle sue Tonadillas escritas en estilo antiguo, da cui è tratto il ciclo “La Maja Dolorosa” , Granados ottenne dalla Francia la Legion d’Onore.
La Zarzuela era il nome di una residenza di caccia del re di Spagna Filippo IV, in una località campestre vicino a Madrid, dove la Corte trascorreva l’estate. Nel XVII secolo, il re e la corte facevano mettere inscena in quel posto spettacoli teatrali con musica per il proprio intrattenimento durante i lunghi pomeriggi estivi, e questi spettacoli erano prevalentemente di origine italiana. È per questo che, con l’andar del tempo, il teatro musicale prese il nome di zarzuela.
Di Ruperto Chapí y Llorente si presenta la romanza Al pensar en el dueño de mis amores, tratta da Las hijas del Zebedeo, zarzuela comica in due atti rappresentata per la prima volta il 9 luglio 1889 al Teatro Maravillas di Madrid. Questo zarzuela fu il più grande successo del palcoscenico estivo del 1889, e ognuno dei brani musicali proposti provocarono ondate di applausi e ripetute chiamate al proscenio degli autori, tanto che Las hijas del Zebedeo continua oggi a costituire un tema emblematico fra i più amati ed apprezzati nel genere.
Francesca Russo Ermolli, mezzo soprano
Durante la suggestiva produzione di Willy Decker di Katja Kabanova di Janacec (Fekluscha) al San Carlo di Napoli, e’ stata notata e prescelta da Riccardo Muti per il “Concerto a Nisida” della Stagione Napoletana 2018/2019. È stata invitata al Parlamento Europeo in Bruxelles a tenere “A Solo Recital” per inaugurare la Mostra: Italian Works of Art nell’ambito delle Celebrazioni per la Presidenza Italiana del Consiglio d’Europa. Ha debuttato nell’Armide di Gluck al Nederlandse Oper di Amsterdam (Ivor Bolton /Barrie Kosky); ha interpretato la Regina di Saba nel Solomon di Haendel alla RAI di Torino, la Giunone nella Calisto di F.Cavalli al Theater an der Wien (Christophe Rousset e Les Talents Lyriques), ha lavorato nel Serse di Haendel e vestito i panni di Bradamante nell’Orlando Furioso di Vivaldi all’Auditorium Nacionàl di Madrid (Jean Christophe Spinosi & Ensemble Matheus).
Precedentemente è stata Dimitri nella Fedora di Giordano (Ascher Fisch/L.Pugelli), Turnspit nella Rusalka di Dvořák (John Fiore/Schweigkofler), e Annio nella Clemenza di Tito di Mozart (Jeffrey Tate, Luca Ronconi, Emanuel Ungaro), nei memorabili allestimenti del Teatro San Carlo di Napoli. Nelle vesti di Nina, nella Nina ossia la Pazza per Amore di Paisiello al Belvedere Reale di San Leucio-Reggia di Caserta, ha riscosso un particolare successo di pubblico e di critica come eccellente interprete anche nei ruoli dove il canto si alterna alla recitazione in prosa.
Affianca alla presenza sulle scene un’intensa attività concertistica con programmi che spaziano da Monteverdi al Novecento. Vincitrice del Concorso Internazionale Aslico “Progetto Monteverdi” e del “VII° Concorso Città di Pistoia” per il ruolo di Rosina nel Barbiere di Siviglia, e poi di Isabella nell’Italiana in Algeri, di Rossini.
Sin dell’inizio della sua carriera ha collaborato con direttori e registi di fama internazionale tra i quali Ivor Bolton, Pierluigi Pizzi, Jeffrey Tate, Jerome Correas, Luca Ronconi, Andrjy Yurkevitch, Bruno Campanella, Antonio Florio, Christophe Galland, Fabio Biondi, Rinaldo Alessandrini, Roberto de Simone, Peter Maag.
Tra le sue incisioni discografiche e video: La Finta Cameriera di Gaetano Latilla (CD Opus 111) e Alidoro di L.Leo (CD & DVD Dynamic, dir. Antonio Florio, Cappella La Pietà dèi Turchini – Premio choc musique e fff de télérama). Inoltre, La Cambiale di Matrimonio di Rossini, dir. Christopher Franklin (DVD & CD Naxos) e il Buovo d’Antona di Traetta, dir. Alan Curtis/live dal Teatro la Fenice di Venezia (CD Opus 111). Di Claudio Monteverdi ha inciso La Selva morale et Spirituale, con Roberto Gini (CD Amadeus); Il Ballo delle Ingrate con Rinaldo Alessandrini; il Primo Libro dei Madrigali con Barbara Strozzi e l’Ensemble la Venexiana (CD Cantus) e i Madrigali Italiani, con Schutz e la Cappella Augustana (CD Brilliant). E’ laureata in Pianoforte, Canto, Letteratura e Lingua Francese.
Giovanni Auletta, pianoforte
Nato a Napoli, si è diplomato sotto la guida di Sergio Fiorentino con il massimo dei voti e la lode presso il Conservatorio S. Pietro a Majella. Successivamente si è diplomato sotto la guida di Sergio Perticaroli con il massimo dei voti e la lode presso l’Accademia di S. Cecilia di Roma. Vincitore di alcuni concorsi pianistici (“Schumann” di Macugnaga, “Schubert” di Dortmund Germania, “Città di Senigallia”), è stato ospite di importanti Festival nelle maggiori istituzioni italiane e all’estero, dedicandosi sia al repertorio solistico che a quello cameristico.
E’ stato scritturato dalla Mozart Gesellschaft di Salisburgo per una serie di concerti con l’Orchestra Sinfonica di Berlino ed in seguito è stato invitato per una tournée con l’Orchestra filarmonica di NovoSibirsk e di S. Pietroburgo.
Ha effettuato registrazioni per la RAI Radiotelevisione Italiana – Radio Polacca – France 2 – La TVE Spagnola – Yougoslavian Radio Television – Televisione Tedesca .
Intensamente interessato al mondo del Teatro ha collaborato attivamente in qualità di pianista e concertatore a produzioni con artisti quali Vanessa Redgrave e Carla Fracci presso il Teatro Carlo Felice di Genova, il Teatro Greco di Siracusa ed il Teatro Politeama di Napoli.
Ha inciso per la Emi Classics un doppio cd di opere di F.P.Tosti che ha ricevuto un premio speciale dalla critica e dall’Istituto Tostiano di Ortona. È laureato con lode in Musicologia presso la Scuola di Paleografia Musicale di Cremona. Si dedica attivamente alla ricerca di repertori poco frequentati ed è di recente pubblicazione per l’etichetta Brillant Classics un lavoro interamente dedicato alla musica da camera di Wihlelhm Kempff. Ha collaborato attivamente con il Centro di Musica Antica di Napoli e con Antonio Florio per il recupero della canzone napoletana “preclassica” della prima metà del Sec. XIX eseguendo ed incidendo su strumenti storici. È docente di ruolo presso il Conservatorio di Santa Cecilia di Roma ed è regolarmente invitato per masterclass e seminari in prestigiose Università come: Escuela di Canto di Madrid, Conservatorio Superior de Madrid, La Universität für Musik und darstellende Kunst Wien, École Normale Supérieure di Parigi, Università di Taiyuan nella provincia di Shanxi in Cina.