La Serva Padrona, intermezzo buffo di Giovan Battista Pergolesi, è considerata da molti l’opera comica per eccellenza. Narra la storia di soli tre personaggi e in particolare di un’astuta servetta che manipola con furbizia il vecchio e accondiscendente padrone. L’umorismo, oltre alla musica, è il vero protagonista dell’opera e per questo il capolavoro di Pergolesi è un ascolto particolarmente indicato a chi si accosta al repertorio lirico per la prima volta.
Ironica è anche la stessa genesi dell’opera, che nasce come “intermezzo buffo” di poca importanza all’interno di un’opera seria. Vi sembra bizzarro scrivere un’opera nell’opera? Non lo era nel 1733, quando era prassi inframezzare lunghe opere serie con del materiale più leggero per non mettere troppo a dura prova l’attenzione del pubblico. Così per il compleanno di Elisabetta Cristina di Brunswick-Wolfenbüttel,moglie di Carlo VI, Pergolesi scrive Il Prigionier Superbo per il teatro San Bartolomeo di Napoli, con tutta la pompa e la gloria dovute ad un’altezza reale. Ma la storia cammina inesorabile e nel secolo dei lumi, quello di Rousseau e Voltaire, saranno la naturalezza, la semplicità e l’umanità dei personaggi a diventare valore estetico e filosofico dominante. E’ così che il piccolo intermezzo buffo diventa un grande successo internazionale al punto da diventare pietra di paragone per uno stile di opera comica.
L’istituto Italiano di Cultura invita tutti, melomani e non, ad una serata in compagnia di Serpina, Uberto e Vespone, in una girandola di amore, parrucche, conflitti di classe e, immancabilmente, amore. Il lieto fine è assicurato.
La Serva Padrona
Intermezzo buffo
Musica: Giovan Battista Pergolesi
Libretto: Gennaro Antonio Federico
UBERTO basso Davide RUBERTI
SERPINA soprano Ilaria DEL PRETE
VESPONE che non parla Gianni DAL BELLO
Ensamble
Mauro Trombetta direttore
Alina Komissarova violino
Sara Molinari violino
Andrea Repetto viola
Roberto Trainini violoncello
Antonio Petitto contrabbasso
Gianni Dal Bello regista
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