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Mahalla Festival

Mahalla Festival riunisce una serie di eventi (concerti, proiezioni, panels e conferenze) per promuovere una comprensione transnazionale delle arti e della cultura. L’edizione di quest’anno si concentra sull’ospitalità, l’identità, lo sfaldamento dell’ordine esistente e la dissoluzione delle frontiere. L’ospitalità come coesistenza è l’asse portante di Mahalla 2017: è ancora una questione di protezione e sopravvivenza oppure è una categoria della quale la politica se ne è ormai irrimediabilmente appropriata? Il concetto di ospitalità può funzionare per promuovere la libera circolazione di persone, valori e quindi l’arricchimento delle comunità?
Per il programma completo del festival: http://mahalla.inenart.eu/

L’Istituto Italiano di Cultura di Istanbul ospiterà il Mahalla Festival il 21 settembre:

h. 11:00-14:30
Perspectives and Duties

Tavola rotonda, talks e presentazioni:
con Marita Muukkonen / Ivor Stodolsky Greece/Finland, Ulaş Sunata /Turchia), Thomas
Büsch (Germania/Turchia), Tanja Knaus (Germania).
Moderatori: Aslıhan Demirtaş, Sabine Küper-Büsch
Ogni intervento avrà la durata di 20’ e sarà in lingua inglese.

h. 15:00
Gli Han turchi e i Fondaci veneziani.
Lecture a cura di Sara Alberani e Elena Abbiatici
Moderatore: Aslihan Demirtas

Sara Alberani ed Elena Abbiatici sono tra i fondatori di Nation 25. Il titolo allude ad una nazione fittizia ma che esiste nella realtà, rappresentata da quasi 60 milioni di individui che sono fuggiti dal loro paese o che hanno abbandonato le loro case a motivo di guerre, conflitti razziali o persecuzioni a causa dei loro orientamenti. Nation 25 è una piattaforma artistica che lavora sull’esperienza della migrazione, la marginalità e l’invisibilità degli ultimi. Suo obitettivo è aprire un canale di dialogo fra artisti, curatori, attivisti e organizzazioni umanitarie, rifugiati e non solo.

Le ricercatrici italiane Sara Alberani ed Elena Abbiatici conducono da anni ricerche sui fondaci veneziani: nato intorno al sec. X, il fondaco è un edificio ove i mercanti forestieri depositavano le loro merci, esercitavano i loro traffici e spesso avevano essi stessi dimora. I fondaci più importanti contenevano anche forno, bagno, loggia, cisterna, scalo sul mare, chiesa, cimitero, e, ove c’erano fondaci di più popoli, si cingevano spesso di mura. Pertanto, nell’area mediterranea, il fondaco è da secoli il luogo nel quale si forgiano i rapporti, non solo mercantili o diplomatici, fra diverse culture. Celebre è fra tutti il Fondaco dei Tedeschi a Venezia, ove fin dal 1288 i mercanti tedeschi (e più propriamente alamanni, polacchi, ungheresi e boemi) dimoravano e tenevano le loro merci
Nella lecture, le ricercatrici italiane presenteranno i risultati delle indagini condotte sul Buyuk Valide Han di Istanbul.

h. 18:00
Minister
Regia e sceneggiatura: FIDE DAYO (presente alla proiezione in sala)
2016, 94 min, Italia, commedia
V.O. con sottotitoli in turco

Cast: JULIET ESEY JOSEPH, SIDY DIOP, VINCENZO TANASSI, CRISTIAN STELLUTI, OLU DOMINGO, AMINA EKUNDAYO, TATY ROSSI, CON LA PARTECIPAZIONE DI „PINO AMMENDOLA“

Il regista sarà presente alla proiezione. Seguirà dibattito e cocktail.

Kemi (Juliet Esey Joseph) e Banky (Sidy Diop) sono figli di un attivista assassinato a Ketu in Nigeria. Kemi lascia il paese. Dodici anni dopo Kemi, ora madre single operaria in un forno incontra, in una via storica di Roma, Banky il fratello che aveva perduto, ora musicista di strada. Kemi ha la fortuna di trovare lavoro come stilista nella casa di moda Nero fashion. Introduce nella produzione l’adire, un tessuto indaco. Salva l‘impresa dal fallimento e promuove riforme per i lavoratori. Tanto da convincere il nuovo primo ministro italiano a darle un posto nel suo governo… E’ la trama di “Minister”, il film drammatico del regista nigeriano Fide Dayo, produzione Manetti Bros. Una pellicola indipendente che racconta nei modi di una commedia, in modo diverso e appassionato, un dramma sociale che genera paure incontrollate e diffidenze, ma soprattutto divide l’opinione pubblica in Italia e in Europa.

Il regista Fide Dayo vive in Italia da 30 anni. E’ un regista nigeriano. Viene dalla famiglia Ekundayo, il padre era un costruttore locale senza un’istruzione formale e la madre faceva la sarta a Yaba (Lagos) dove è cresciuto. Prima architetto, dopo la laurea all’Università di Firenze, dalla fine degli anni ’90 lavora dietro la macchina da presa. Il suo primo cortometraggio è La ragazza con il piccolo libro nero del 2000. Seguono una serie di cortometraggi: La prima linea del 2001, Diaspora del 2002, Fuga del 2004, Quel giorno documentario del 2006, Chi sono gli Yoruba del 2008, Identità in movimento per integrare mondi diversi del 2009. Nel 2011 il suo primo lungometraggio Ben Kross. Il soggetto del film si basa sull’ingiustizia sociale causata dalla legge sull‘immigrazione del 2005 che penalizza le pensioni dei lavoratori immigrati. Minister è il suo ultimo lavoro.