Interpreti: Keanu Reevers, Chris Isaak, Bridget Fonda, Jo Champa, Alex Wiesendanger, Ying Ruocheng
La prima mondiale del film si tenne a Parigi il 4 novembre 1993, alla presenza dello stesso Dalai Lama, che per la prima volta entrò in un cinema. Bertolucci racconta una vera e propria favola e ci incanta con una miscela perfetta di religiosità, spiritualità, leggenda e tradizioni secolari che convergono nella figura del Principe Siddharta, da sempre una delle figure più amate della letteratura mondiale e del buddhismo. Il film è incentrato sulla storia un bimbo di Seattle che vive con i genitori. Un giorno, la famiglia riceve la visita di alcuni monaci buddisti del regno del Bhutan, guidati dal Lama Norbu. Questi credono che il bimbo sia la reincarnazione di uno dei loro più grandi lama e lo vorrebbero portare nella loro terra a studiare il buddismo. Dopo alcuni tentennamenti, il padre accompagnerà suo figlio Jesse in questa straordinaria avventura, in un mondo totalmente diverso dal loro. Tra Jesse e il lama s’instaura subito un legame profondo e quest’ultimo gli racconterà la leggendaria storia del Principe Siddharta, vissuto duemilacinquecento anni fa, e destinato a diventare, dopo una straordinaria vicenda umana, la personificazione storica del Buddha.
Il maggior punto di forza del film è un’eccezionale componente estetica, dovuta alla meravigliosa fotografia dai toni caldi e accesi, opera dell’eclettico Vittorio Storaro, vincitore per ben tre volte del premio Oscar per Apocalypse Now, Reds e L’ultimo imperatore. Per il montaggio furono scelti il due volte premio Oscar Pietro Scalia e Daniele Sordoni. E come dimenticare la sognante colonna sonora? Bertolucci volle di nuovo il giapponese Ryūichi Sakamoto, premiato dall’Academy proprio per le musiche de L’ultimo imperatore e che per il regista compose anche le musiche de Il tè nel deserto.