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Viaggio in Italia, Giovanni Auletta pianoforte

Il viaggio in Italia è una tradizione culturale molto suggestiva che trae origini verso la fine del Cinquecento, quando si avviò la consuetudine di un turismo organizzato ante litteram. Il viaggiatore poteva essere un mercante, un diplomatico, uno storico, un artista, uno studente o una persona qualsiasi, mossa dal desiderio di affidare a un diario la propria esperienza e il proprio stupore nel visitare quello che doveva essere nell’immaginario collettivo europeo, il paese dell’Arte e della Bellezza, nel senso spirituale più alto.
Il viaggio proposto questa sera segue la narrazione musicale (appena accennata, vista la quantità sterminata di pagine memorabili) che alcuni grandi musicisti hanno dedicato all’Italia.

Programma musicale:

Franz Liszt (1811-1886)

da Année de pèlegrinage
Les jeux d’eau à la Villa d’Este

Gioacchino Rossini (1792-1868)
da Péchés de vieillesse
Une pensée à Florence

Ludwig van Beethoven (1770-1827)
6 Variazioni sull’aria: Nel cor più non mi sento
da La molinara di Giovanni Paisiello

Franz Liszt (1811-1886)
Parafrasi da Aida
Danza sacra e duetto finale

Joseph Asher (1829-1869)
Parafrasi su La Traviata

Gioacchino Rossini (1792-1868)
da Péchés de vieillesse
Sorrento

Wihlehl Kempff (1895-1991)
Suite Ischia op. 68
Invocation
Pastorale
Lamento di Vittoria Colonna
Notturno

Franz Liszt (1811-1886)
da Année de pèlegrinage
Tarantella e canzone napoletana: Fenesta vascia

Il filo conduttore che propongo si ritrova semplicemente nelle suggestioni, ispirate da luoghi e tradizioni culturali, accostate senza un preciso motivo: un omaggio ad alcune città italiane, a tradizioni popolari (soprattutto quella napoletana) senza dimenticare il melodramma che tanto caratterizza il patrimonio italiano.
Il percorso ha inizio nella pace di Villa D’Este a Tivoli presso Roma, una delle tappe preferite di Franz Liszt che venne più volte in Italia per il suo viaggio, le cui tracce sono presenti nei celebri Années de pèlerinage (Anni di pellegrinaggio): cicli dedicati alla nostra amata terra (ma non solo) nei quali il compositore ungherese dà una prova impareggiabile della tavolozza sonora che corrisponde alle emozioni che egli vive. Jeux d’eau ci racconta di passeggiate nella natura che il compositore amava fare nei giardini di Villa d’Este, inebriato dal suono delle meravigliose fontane. Attraverso un notevole impegno virtuosistico, fondamentale per garantire la continua mobilità dei getti d’acqua, Liszt rappresenta un simbolismo religioso, come rivela chiaramente la citazione del Vangelo secondo Giovanni apposta sotto la battuta 144, quando il continuo fluire di questa musica si placa ed emerge una dolce e intensa melodia: “… sed aqua, quam ego dabo eì, fiet in eo fons aquae salientis in vitam aeternam” (“ma l’acqua, che io gli darò, diventerà in lui una sorgente d’acqua che scaturisce in vita eterna”).
Di tutt’altro segno invece le composizioni di Rossini (Pesarese e Une pensée a Florence), il quale non compie un vero e proprio viaggio alla scoperta di un paese che conosce molto bene, ma compie un viaggio ‘ideale’. Egli diviene un compositore famosissimo grazie alle sue Opere liriche ma, all’apice della carriera, decide di ritirarsi a Parigi forse ormai esausto dalle logiche stressanti dei teatri. Non si tratta di un addio alla Musica ma solo un allontanamento da quel mondo, per dare libero sfogo alla sua fantasia ed ironia una volta libero dalle pastoie di un mercato sempre più pressante, che confluisce in moltissima musica strumentale raccolta in volumi intitolati Péchés de vieillessse.

A questo punto è doveroso un omaggio all’Opera Italiana che ha tanto suggestionato compositori d’oltralpe per la sua carica drammatica. Il pianoforte è lo strumento principe dell’Ottocento, che raccoglie proprio l’istanza di rendere domestica la musica scritta per compagini strumentali molto ampie come le Sinfonie o le Opere. E ancora il pianoforte, dopo l’affermazione nelle case borghesi, farà un ingresso trionfale nelle sale da concerto, grazie al proliferarsi di un repertorio che attinge a piene mani al repertorio operistico e che esalta le capacità virtuosistiche dei giovani pianisti dell’epoca.

Beethoven si lascia suggestionare dal tema di Nina pazza per Amore di Paisiello su cui scrive delle deliziose variazioni, mentre Liszt è rapito dalla danza sacra e duetto finale dell’Aida e sente molto affine la ricerca armonica di Verdi; infine una bellissima parafrasi scintillante di Joseph Asher (pianista e compositore olandese ma formatosi tra Londra Parigi) sui principali temi de La Traviata.

Il nostro viaggio continua con un focus particolare verso Napoli, non solo perché è la mia terra d’origine, ma soprattutto per la sua cultura musicale, molto centrale nelle tendenze europee con particolare riferimento al secolo XIX.
Per il viaggio verso Napoli ho scelto altre pagine di Rossini, sempre tratte da Pechées de vieillesse, i cui titoli si riferiscono a luoghi di straordinaria bellezza: Sorrento, Procida e Ischia! Vorrei sottolineare che i titoli di questi brani non sono stati voluti in un primo momento da Rossini, ma dal suo editore, perché ne intravedeva un’ispirazione popolare e persuase l’autore che ne sarebbe stata garantita la ‘vendibilità’. Un dato che apre ulteriori riflessioni sul rapporto tra editori e compositori, tra committenza e artista: una relazione fatta di mutuo scambio di idee, a volte conflitti, ma pur sempre molto fecondi.
Un piccolo discorso a parte merita invece il brano di Wilhelm Kempff dedicato a Ischia.
Ho cominciato ad occuparmi di questo compositore di cui si conosce solo la sua attività di pianista (è stato uno dei più grandi virtuosi del Novecento) ma pochi sanno che una delle sue vocazioni intime è stata la composizione. Egli ci ha lasciato una quantità di musiche di ottimo pregio come il Trio e il Quartetto che sono stati oggetto di un ultimo lavoro discografico, ma anche pagine pianistiche come la Suite che propongo nel programma di stasera e che proviene, per gentile concessione, dall’archivio della Biblioteca Der Kunst di Berlino.
L’ultimo frammento del viaggio è affidato all’autore con cui ho cominciato questo percorso ideale: Franz Liszt.
Ancora una volta il pianismo finemente ricercato di Liszt si esprime in ‘Venezia e Napoli’, (supplemento delle Années de pélerinage) un brano che si articola in tre movimenti: Gondoliera in fa diesis minore, che è una elegante variazione di un tema popolare veneziano; Canzone in mi bemolle minore, intrisa di un nostalgico canto; Tarantella in sol minore, dispiegantesi come un Allegretto costruito su una vivace e brillante tessitura ritmica a cui fa da contrappunto una antica canzone napoletana: Fenesta vascia.

Giovanni Auletta nato a Napoli, si è diplomato sotto la guida di Sergio Fiorentino con il massimo dei voti e la lode presso il Conservatorio S. Pietro a Majella. Successivamente si è diplomato sotto la guida di Sergio Perticaroli con il massimo dei voti e la lode presso l’Accademia di S. Cecilia di Roma. Vincitore di alcuni concorsi pianistici (“Schumann” di Macugnaga, “Schubert” di Dortmund Germania, “Città di Senigallia”), è stato ospite di importanti Festival nelle maggiori istituzioni italiane e all’estero, dedicandosi sia al repertorio solistico che a quello cameristico.
E’ stato scritturato dalla Mozart Gesellschaft di Salisburgo per una serie di concerti con l’Orchestra Sinfonica di Berlino ed in seguito è stato invitato per una tournée con l’Orchestra filarmonica di NovoSibirsk e di S. Pietroburgo.
Ha effettuato registrazioni per la RAI Radiotelevisione Italiana – Radio Polacca – France 2 – La TVE Spagnola – Yougoslavian Radio Television – Televisione Tedesca .
Intensamente interessato al mondo del Teatro ha collaborato attivamente in qualità di pianista e concertatore a produzioni con artisti quali Vanessa Redgrave e Carla Fracci presso il Teatro Carlo Felice di Genova, il Teatro Greco di Siracusa ed il Teatro Politeama di Napoli.

Ha inciso per la Emi Classics un doppio cd di opere di F.P.Tosti che ha ricevuto un premio speciale dalla critica e dall’Istituto Tostiano di Ortona. È laureato con lode in Musicologia presso la Scuola di Paleografia Musicale di Cremona. Si dedica attivamente alla ricerca di repertori poco frequentati ed è di recente pubblicazione per l’etichetta Brillant Classics un lavoro interamente dedicato alla musica da camera di Wihlelhm Kempff. Ha collaborato attivamente con il Centro di Musica Antica di Napoli e con Antonio Florio per il recupero della canzone napoletana “preclassica” della prima metà del Sec. XIX eseguendo ed incidendo su strumenti storici. È docente di ruolo presso il Conservatorio di Santa Cecilia di Roma ed è regolarmente invitato per masterclass e seminari in prestigiose Università come: Escuela di Canto di Madrid, Conservatorio Superior de Madrid, La Universität für Musik und darstellende Kunst Wien, École Normale Supérieure di Parigi, Università di Taiyuan nella provincia di Shanxi in Cina.