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Workshop: Dal service al WebDoc: idee per reagire alla crisi, Tiziana Guerrisi

Pillole di giornalismo   
Voci da un mestiere in trasformazione   

”Il mestiere del giornalista è difficile, carico di responsabilità, con orari luoghi, anche notturni e festivi. Ma è sempre meglio che lavorare”. La vecchia battuta attribuita a Luigi Barzini, uno dei maestri del giornalismo italiano, racchiude in sé molto del senso profondo della professione. Eppure, quel motto di spirito che tanto ha affascinato reporter novizi e navigati, nell’idea di fare un mestiere comunque diverso da tutti gli altri, oggi non sembra più così valido. O almeno, non può più avere lo stesso significato. Perché già solo fare il giornalista, tra precarietà e sfide dei nuovi media, è ormai fuori dalla portata di tanti, a volte anche a prescindere dal merito. E il fascino romantico evocato da Barzini appare oscurato da redazioni sovraccariche e collaboratori alienati.

Se la precarietà è da sempre parte dell’apprendistato del mestiere, oggi è la regola per molti che apprendisti non lo sono più da tempo. Ma tra tanti ostacoli, e pur nell’illusione di una ‘generazione automatica’ delle notizie attraverso il web, il mestiere del giornalismo resta centrale per il funzionamento di una società genuinamente democratica. Certo, in molti casi bisogna reinventare i modelli di lavoro, adattare i vecchi paradigmi ai nuovi strumenti e alle loro potenzialità: una sfida che questa serie di workshop vuole praticare, tentando di spiegare, anche con esempi pratici, come il mestiere è cambiato e come può ancora cambiare. Con l’aiuto di professionisti italiani e locali, ciascuno specializzato in un ambito, si analizzeranno temi e metodologie nel corso di quattro incontri distribuiti tra maggio e giugno. Nella convinzione che in una società davvero libera, del vero giornalismo non si potrà mai fare a meno. E l’unico modo per continuare a farlo, in fondo, resta quello di farlo bene.

Dal service al WebDoc: idee per reagire alla crisi
Tiziana Guerrisi

Il 40 per cento degli oltre 35 mila giornalisti in Italia, per lo più under 35, ha un reddito inferiore a 5 mila euro. Dal 2008 al 2015 l’editoria ha perso il 50 per cento del fatturato, con le copie cartacee dei giornali passate da 5,4 a 2,9 milioni al giorno. Gap di genere e barriere all’ingresso per le nuove generazioni sono ostacoli sempre più preoccupanti. Il quadro dipinto dall’ultimo rapporto dell’Osservatorio sul giornalismo italiano dell’Autorità garante nelle comunicazioni offre un’immagine a tinte fosche. Semplicemente, fare oggi del giornalismo la propria professione è diventato sempre più difficile. Per cercare una strada percorribile, servono idee che permettano di reagire alla crisi. L’esperienza delle agenzie giornalistiche indipendenti, che creano prodotti innovativi come i WebDoc, offre uno degli spunti più interessanti.

Tiziana Guerrisi, giornalista freelance, ha iniziato a lavorare nel 2006 con L’Associazione indipendente di giornalisti specializzati in esteri e diritti umani “Lettera22”, di cui è socia dal 2010. Negli anni ha collaborato con il Manifesto, la Repubblica, il Messaggero, Italia Oggi, La Stampa, i quotidiani locali del Gruppo Espresso, Radio Popolare, Askanews e La7. Collabora stabilmente con Agi e Panorama.
Nel 2011 ha fondato Next New Media, agenzia giornalistica indipendente dedicata ai nuovi media con cui nel 2012 ha realizzato, tra gli altri, il WebDoc “InsideCarceri” sulle condizioni di vita negli istituti penitenziari italiani – vincitore come miglior soggetto multimediale al Festival dell’IMMAGINario 2013 – e nel 2014 il WebDoc #DissestoItalia sul rischio idrogeologico in Italia, che ha ricevuto una menzione della Presidenza della Repubblica. È docente del corso sulle tecniche di WebDoc alla Scuola di Giornalismo della Fondazione Lelio & Lisli Basso di Roma.

Traduzione simultanea in turco

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